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Måneskin, la conferenza stampa di “Vent’anni”

28 Ottobre 2020
A distanza di due anni dalla pubblicazione dell’ultimo album Il ballo della vita, e ad un anno dalla conclusione di un tour di oltre 70 date, completamente sold out, i Måneskin tornano con un nuovo travolgente singolo intitolato Vent’anni, una sorta di dialogo tra il Damiano vent’enne e il Damiano più maturo.
E’ un testo che parla della nostra esperienza, dei nostri anni, ha lo scopo di abbattere quel gap generazione che divide ancora oggi la generazione dei ventenni e quella dei cinquantenni. – dice Damiano a proposito del brano, e prosegue Victoria: Musicalmente è stato scritto durante il lockdown, tutto è partito da un giro di chitarra inviatoci su WhatsApp da Thomas, che poi abbiamo elaborato in studio insieme, una volta finita la quarantena e Damiano ci ha scritto su il testo. Non volevamo avere vincoli o limiti, non ci interessava fare un pezzo che rispettasse le regole della musica italiana contemporanea, non a caso dura oltre quattro minuti, quando adesso come adesso non arrivano a durare tre minuti le canzoni, abbiamo anche inserito un assolo di chitarra, che non strizza proprio l’occhio alle tendenze discografiche del momento. Siamo ripartiti dal suono, volevamo portare quell’unisono dei nostri tre elementi musicali, dei nostri tre strumenti, e riuscire a metterli anche in studio, oltre che nella dimensione live.
“E anche se ci avete insegnato ad odiare noi non odieremo“, frase che fa parte del manifesto del brano, spiegano i ragazzi: Non è un’accusa rivolta ai nostri genitori, ma è una presa di coscienza del fatto che siamo pieni di realtà, del quale nessuno parla, e quando ci troviamo di fronte ad esse siamo spaventati, e questo ci spinge ad allontanarle da noi, ad odiarle. Damiano aggiunge: E’ retrogrado nel 2020 pensare di poter etichettare delle cose, degli stili di vita, ad un genere, tipo il rosa è il colore che possono mettere solo le donne o i capelli lunghi. Essere diversi fa parte di tutti, io stesso quando dovevo spiegare che volevo fare questo nella vita mi sono sentito a disagio, diverso dagli altri. Diverso, è sapersi distanziare da dei cliché.

A proposito della campagna con il fotografo Oliviero Toscani, Damiano racconta che: Abbiamo voluto fortemente lavorare con Oliviero, lo abbiamo cercato perché ci piaceva che le sue campagne facessero sempre comunque parlare, discutere. I temi da lui esaltati, sono temi che condividiamo quindi ci siamo trovati molto bene, c’è stato un bello scambio. Abbiamo trovato insieme un manifesto che ci rappresentasse a pieno, di un amore privo di pregiudizi, di libertà individuale, sessuale, ecc. Siamo riusciti ad unire la musica alla fotografia e questo è stato il nostro obbiettivo fin da subito.
Io ho vent’anni e ho paura di rimanere solo
Io ho vent’anni e soffro di attacchi di panico
Io ho vent’anni e ho paura di mostrare chi sono veramente
Io ho vent’anni e ho paura di non riuscire ad integrarmi
Abbiamo vent’anni
Abbiamo vent’anni e abbiamo voglia di sbagliare, ridere, piangere, sporcarci e leccarci le ferite
Abbiamo vent’anni e pensiamo di sapere tutto
Abbiamo vent’anni e siamo testardi
Abbiamo vent’anni e siamo un’infinita contraddizione
Abbiamo vent’anni e ci dovete lasciar stare
Fateci amare chi vogliamo
Fateci crescere
Fateci sperimentare
Vogliamo prenderci il mondo
Vogliamo cambiare il mondo
Vogliamo rimediare ai vostri errori
Vogliamo abbattere i muri
Vogliamo nuove rivoluzioni
Vogliamo i colori
Abbiamo vent’anni e non staremo zitti
E anche se ci avete insegnato ad odiare noi non odieremo
Abbiamo vent’anni, abbiamo una paura fottuta
Abbiamo vent’anni e non abbiamo paura di niente
La nostra esperienza a Londra di un anno fa è stata importantissima, assistevamo a tre live a sera, abbiamo conosciuto un modo di dare musica diverso. Il pubblico è molto più partecipe ed eterogeneo. Puoi trovare il padre che esulta con il figlio di fianco, mentre assistono allo stesso spettacolo. – Racconta Victoria. Thomas aggiunge che: E’ stata molto istruttiva anche per quanto riguarda la scrittura, ci ha permesso di scrivere tantissimo.
X Factor così come gli altri talent sono da prendere come un mezzo, non il fine, devono servire, se si ha un progetto e un’identità come trampolino per raggiungere il proprio obbiettivo. – Raccontano i ragazzi – Per noi è stata una vetrina ottima.
In merito alla situazione del Coronavirus i ragazzi raccontano che: Sicuramente noi viviamo in una situazione privilegiata, rispetto ai nostri coetanei, noi abbiamo la possibilità di lavorare insieme quindi abbiamo sempre un rapporto interpersonale anche dal vivo. La sala prove è la nostra valvola di sfogo. (…) Non possiamo fare altro che fidarci di chi ne sa più di noi.
Per quanto riguarda i progetti futuri i Måneskin dicono: Ora siamo concentrati su questo singolo, ci saranno tante cose comunque.