EDITORIALE “Paola e Lucio” di Massimo Iondini

EDITORIALE “Paola e Lucio” di Massimo Iondini

17 Luglio 2020

A cinquant’anni dalla pubblicazione di Terra di Gaibola, l’album di Lucio Dalla con all’interno i primi brani firmati Pallottino-Dalla, è disponibile su Amazon in versione fisica e in e-book PAOLA E LUCIO – Pallottino, la donna che lanciò Dalla (Edizioni La Fronda), il libro del giornalista Massimo Iondini dedicato alla coppia artistica formata da Lucio Dalla e Paola Pallottino.

Il libro contiene la prefazione di Gianni Morandi e le testimonianze di Gino Paoli, Renzo Arbore, Ron, Angelo Branduardi e di molti altri colleghi e amici di Lucio, oltre che della stessa Pallottino. Iondini racconta retroscena e aneddoti degli esordi della carriera del cantautore bolognese e svela l’inedita versione dalliana del brano La ragazza e l’eremita, frutto del sodalizio con la storica dell’arte, illustratrice e paroliera Paola Pallottino. Una breve ma intensa collaborazione grazie alla quale videro la luce canzoni come 4 marzo 1943, Un uomo come me, Il gigante e la bambina e Anna Bellanna.

Editoriale a cura di Massimo Iondini

Cinquant’anni fa la data di nascita di Lucio Dalla rappresentava anche il suo decollo artistico. La canzone “Gesubambino”, che l’autrice di testi Paola Pallottino gli aveva cucito addosso, cambiava infatti titolo a causa della censura e diventava per sempre “4/3/1943”. Il Festival di Sanremo aveva così lanciato quel piccolo cantante barbuto e controcorrente che 41 anni dopo, nel 2012, proprio a Sanremo apparve davanti al grande pubblico per l’ultima volta, con la bacchetta in mano, per dirigere il giovane Pierdavide Carone pochi giorni prima di iniziare quello che amava chiamare il “secondo tempo”. Da allora ogni anno, soprattutto nelle fatidiche “giornate dalliane” (tra il 1° marzo, la data della morte, e il 4 marzo, quella della nascita), Lucio viene costantemente celebrato. La sua eredità artistica è probabilmente senza pari, perché Dalla è stato un “unicum” nel panorama musicale italiano grazie alla sua geniale e inimitabile personalità che riusciva a contenere, conciliare e armonizzare molteplici influenze stilistiche e sonore. Anzitutto il jazz, impastato con una spiccata vena soul, frequentato fin da ragazzo non però da cantante ma da clarinettista. Su questa profonda radice Dalla ha via via innestato negli anni tutte le influenze e le mode pop del suo tempo, filtrandole sempre con uno stile personalissimo fino ad arrivare a esprimere un ideale mosaico musicale ed espressivo divenuto alla fine degli anni Settanta, a partire dal debutto da cantautore con l’album “Come è profondo il mare”, il cosiddetto Dalla-sound. Lucio non è stato rock, non è stato melodico, non è stato cantautore tout court. Ecco, la sua lezione: captare la musica nella sua totalità, nella propria cangiante contemporaneità, e rimodularla di volta in volta attraverso il proprio genio creativo e ricreativo. Musica e vocalità, naturalmente. Dalla è stato uno dei più suggestivi e versatili cantanti pop italiani di tutti i tempi. Timbro, colore, estensione ed espressività, dolce e ruvida nel contempo, inconfondibili e inimitabili. A Dalla attingono da sempre innumerevoli musicisti e cantanti, ancor più oggi. Un faro, come lo definì all’indomani della scomparsa, uno dei suoi tanti “nipotini”, Samuele Bersani. Un faro che continua a condurre in porto e a far prendere il largo i naviganti del grande e profondo mare della musica.