“Forse il fatto che ad Amici ho raccontato delle storie che appartengono a tutti. È bello guardare queste ragazze negli occhi e scoprirci simili, con delle cose in comune. C’è la voglia di condividere le difficoltà, ma anche la forza di andare avanti e di avere il coraggio di dire certe cose“. Così è iniziata l’intervista di Giordana Angi per Vanity Fair. “Ogni volta che ho avuto una difficoltà o un dolore dentro ho capito che sotterrarlo non serve a niente: quando arriva cerco di ascoltarlo e capire dove mi porta. In questo momento sono serena, felice, e questo non ha prezzo. Svegliarsi la mattina ed essere in pace con sé stessi a prescindere dal resto è incredibile: i traumi e le malinconie non ci sono“.
Parlando del rapporto con Rudy Zerbi, che durante la trasmissione l’ha spesso duramente attaccata, che si è presentato al suo Instore in Piazza Duomo a Milano, dice che: “Alla fine ognuno dice quello che pensa. La parte artistica è un gusto personale, non si può piacere a tutti. Sta di fatto che ho sempre preso le critiche per migliorarmi: cerco di essere me stessa, ma è ovvio che se non ti piaccio non posso farti cambiare idea. A un certo punto ho lasciato perdere. Sono entrata ad Amici che avevo tante maschere, mi sono ritrovata a dividere gli spazi con altre persone e mi sono fortificata tantissimo. Adesso devo dire grazie, perché il confronto è stato necessario per me”
In merito invece alla sua collaborazione con Tiziano Ferro, per il quale ricordiamo ha firmato quattro canzoni contenute in Accetto Miracoli, in uscita in autunno. «È nato tutto molto per caso. Io sono di Aprilia e un giorno sono andata a Latina perché sapevo dove aveva lo studio il papà, che è geometra: volevo a tutti i costi portargli il mio disco insieme a una lettera. Dopo un anno mi chiama e dice che le mie canzoni gli piacciono: io un po’ non ci credo, faccio fatica a realizzare. Dopodiché ci incontriamo e iniziano a scrivere insieme: un’esperienza pazzesca». Parlando invece di Accanto a Te, scritta per Alberto Urso, Giordana Angi dice che: «Sono due emozioni completamente diverse. Quando scrivi per qualcun altro ti affacci in un mondo nuovo: la mia voce e i miei limiti li conosco ma poter scrivere, per esempio, per Alberto e pensare che un tenore possa interpretare le mie parole è come se dessi vita a un’altra vita, come se mi sdoppiassi. Mi piace tantissimo veicolare storie in altri modi, come se fossimo tutti personaggi di un grande film. Non saprei scegliere fra le due cose, scrivere canzoni mi piace da impazzire».