
25 Febbraio 2019
E’ disponibile dal 25 febbraio O Filho Do Recluso, il nuovo singolo e videoclip di Ferdinando Arnò.
Le toccanti note di Ferdinando Arnò al pianoforte, il violoncello di Marco Decimo che traduce in magia gli archi “disegnati” sul pentagramma da Vince Mendoza e una performance vocale emozionante quanto struggente da parte della ventiquattrenne vocalist portoghese, sono gli ingredienti che fanno di O Filho Do Recluso un gioiello soul-pop senza tempo. Catturare l’urgenza della creatività, tradurre in elettricità la scintilla compositiva: è un soffio di creativity in real time O Filho Do Recluso, immaginifico brano della tradizione portoghese, reinventato in chiave soulful dal produttore-compositore Ferdinando Arnò con la complicità della voce vibrante e sofisticata di Maro, artista di grande talento e sensibilità musicale (in tour nel 2019 con Jacob Collier, il protégé di Quincy Jones). Pubblicato dalla boutique label di Arnò, Quiet, please!, registrato tra Milano e Los Angeles e masterizzato allo Sterling Sound di New York da Greg Calbi, O Filho Do Recluso immortala in tempo reale le vibrazioni di una performance emotivamente e musicalmente intensissima. Una canzone visionaria, cinematica, nel segno dell’essenzialità e della pura bellezza. Dove “il padre che sta soffrendo” evocato nel testo non è più l’uomo nella sua fisicità ma la Terra intesa come natura e fonte di vita.
Videoclip
Il brano gode anche di una traduzione in immagini nel visionario videoclip, diretto dalla regista e fashion photographer giapponese Karina Taira (tra e sue collaborazioni più importanti, Diesel perfume, Dior accessories, Guerlain cosmetics e L’Oréal). Uno short movie in chiave fashion, tra estatiche sfumature di colore, dinamiche psicologiche e l’abbagliante bellezza del paesaggio che alterna deserti scenari industriali, natura selvaggia e straordinari interventi di graphic design.
“Le riprese accompagnano la protagonista attraverso un iniziatico ed intimo viaggio spirituale nel ciclo della vita. Che si conclude quando lei si ricongiunge alla terra, alla natura, al senso più profondo dell’essere” spiega Karina.