INTERVISTA: Diego Conti “Con il mio EP ho voluto far riflettere sull’importanza “della condivisione con l’altro””

24 Gennaio 2019
Lo scorso martedì 18 dicembre è uscito Evoluzione per l’etichetta discografica Rusty Records, Thaurus Publishing e Richveel, l’EP d’esordio di Diego Conti, giovane cantautore selezionato tra i 24 finalisti di Sanremo Giovani 2019.
Le sei tracce di questo primo progetto discografico, seguono il file rouge del “cross-pop”, neologismo che Diego ha coniato assieme al producer per definire la sua musica.
Evoluzione è il frutto di momenti visti, immaginati e vissuti da Diego, gli stessi che hanno trovato un porto sicuro nella musica; il giovane cantautore affronta nei suoi brani tematiche differenti, seppur affini nella delicatezza della comunicazione, che risulta diretta, semplice ed efficace.
Intervista
1. Chi è Diego Conti
Ho iniziato a suonare la chitarra a dieci anni e da lì non l’ho più mollata. Ho avuto la fortuna di avere una famiglia che ama la musica e mi ha permesso di avvicinarmi ad essa: Ho avuto da sempre l’opportunità di assistere a svariati live di artisti nazionali ed internazionali tra cui Bob Dylan, Rolling Stone, Jovanotti e Vasco Rossi. Man mano che crescevo mi avvicinavo sempre di più al palco, una sorta di attrazione viscerale. Verso i 13 anni ho iniziato a scrivere le prime canzoni e suonare per la prima volta nei locali, fino all’approdo ad X Factor 10, che mi ha permesso di arrivare ai grandi palchi.
2. Sei stato uno dei protagonisti di Sanremo Giovani 2018, dove hai presentato il tuo singolo “3 gradi”. Cosa ci racconti di questa esperienza?
Mai avrei pensato di salire sul palco di Sanremo Giovani, soprattutto portando un brano nato quasi un anno prima. Ho rivissuto le emozioni di quella notte su quel palco! Che emozione ricevere, durante la serata, apprezzamenti soprattutto da parte della giuria degli esperti, in particolar modo quelli ricevuti da Luca Barbarossa e Fiorella Mannoia.
3. Si è molto discusso a Sanremo, della scelta da parte del direttore artistico Claudio Baglioni di scindere la gara “Giovani” da quella dei “Big”. Come hai percepito di questa scelta?
E’ stata sicuramente un’esposizione diversa! E’ noto a tutti, che a febbraio Sanremo diventa la Hollywood della musica italiana e grazie a questa divisione, siamo riusciti ad esser presenti in 24, cosa che a febbraio non sarebbe mai potuto accadere (nelle passate edizioni accedevano a Sanremo giovani tra le 6 e le 8 nuove proposte). Da una parte la visibilità ne ha risentito, dall’altra ha permesso a più persone di salire su quel palco e far parte della chermes.
4. Definisci il tuo genere musicale, come Cross-Pop, una sorta di mescolanza di vari generi musicali. E’ interessante questa definizione poiché, ascoltando il tuo EP, ci siamo imbattuti nel brano “Clandestino” dove tratti un tema molto attuale, “la clandestinità” che porta con se la contaminazione delle abitudini, delle lingue e della musica. Quanto secondo te, oggi, sia importante la pianificazione e la ricerca di voler proporre qualcosa di nuovo e quindi ricercare suoni e stili al di fuori dalla propria comfort zone?
Io credo che ogni artista dovrebbe cercare, di parlare, un proprio linguaggio cercando di evitare quello già usato da altri e soprattutto fare qualcosa toccando livelli più profondi, ponendo l’attenzione al fattore “condivisione” e all’incontro con “l’altro” che credo sia una grandissima opportunità di arricchimento. Proprio per questo motivo, che abbiamo deciso con Mark, il mio producer, di dare a questo mio nuovo genere musicale, il nome Cross-Pop, che è una presa di coscienza non solo musicale ma soprattutto di “vita”. Non sarei mai potuto arrivare a mescolare così tanti generi senza aver prima compreso appieno l’importanza “della condivisione con l’altro”. “Clandestino” rappresenta proprio questo ed è il manifesto di tutto l’EP.
Ho ascoltato le parole di Baglioni in conferenza stampa, in merito alla tratta dei profughi e degli immigrati, mi sento molto vicino umanamente e artisticamente, trovo non ci sia nulla di male nel mettere in luce una situazione drammatica che è sotto gli occhi di tutti. Baglioni ha parlato di valori umani, che è un po’ quello che cerco di fare anche io in “Clandestino”, non parlo di politica e non mi interessa farla, penso solo che le leggi non dovrebbero mai dominare sull’umanità delle persone e credo che la cosa più importante sia recuperare delle vite umane. La situazione non è delle migliori, credo che l’umanità sia tutta clandestina e che tutte le persone abbiano gli stessi diritti.
5. Il palco di Sanremo Giovani non è stata la tua prima esperienza televisiva, ti abbiamo già conosciuto e d ascoltato durante la decima edizione di X Factor, nella categoria Under Uomini capitanata da Arisa. Cosa ricordi di quell’esperienza?
X Factor è stata la prima esperienza televisiva, la prima vera esposizione mediatica. Mi ha permesso di esibirmi davanti a milioni di persone. Il ricordo più bello che ho, è la mia esibizione, davanti a Patty Pravo e ad Arisa. Mi sono ritrovato a cantare canzoni non scritte da me, ma se oggi sono quello che sono, lo devo sicuramente anche a quell’esperienza che riconosco avermi fatto crescere umanamente.
6. Per alcuni versi tu hai già avuto una rapporto con Sanremo, collaborando alla realizzazione dei brani “Quando sono Lontano” e “Ragazzi Fuori” brani con il quali Clementino ha gareggiato nel 2016 e 2017 al Festival. Come è il rapporto con artisti così amati dal pubblico italiano? Scorrendo i nomi presenti tra i giovani di quest’anno, notiamo nomi che hanno firmato molte delle hit degli ultimi anni. Si può affermare, secondo te, che la famosa gavetta di oggi, è la scrittura e/o la collaborazione con i “Big” della musica?
Avere l’occasione di lavorare con dei “Big” è una grandissima opportunità sotto il punto di vista artistico, e lavorare con chi fa, un genere musicale diverso dal proprio credo sia uno arricchimento personale! Io scrivo canzoni come tanti altri artisti e credo sia bello collaborare e che sia una fortuna destinata a pochi. Ritengo anche che è splendido vedere comunque artisti affermati siano attenti alle “nuove leve”.
7. Lo scorso 18 dicembre hai pubblicato il tuo EP di debutto, “Evoluzione”, nel quale è contenuto il tuo singolo sanremese e altri 5 brani del quale sei autore. Parlaci del progetto e raccontaci di come è cambiato (se è cambiato) il tuo approccio alla musica, dai brani “L’impegno” e “Non finirà” ai brani presenti in questo nuovo progetto.
Ho scelto come titolo “Evoluzione” perché parla della mia personale evoluzione. In queste sei canzoni tocco argomenti molto autobiografici, come in “3 gradi” o “L’Inferno” in cui parlo di amori “consumati”, piuttosto che “Evoluzione 3.0” dove racconto a mio modo quello che scruto, una società molto smart e cinica, in cui il consumismo ci ha travolto completamente, dove è più importante avere che essere, è una canzone molto goliardica che non cela un lato drammatico della cosa, racconto la mia esperienza, quella di un ragazzo come tanti che ha questa “frenesia di arrivare” a questo futuro e questa “paura” di quello che si andrà a fare!
8. Presto uscirà il tuo nuovo singolo e videoclip, vuoi regalarci qualche anticipazione sui tuoi progetti futuri?
Il nuovo singolo, si distanzierà dai brani presenti in “Evoluzione” e sarà una ballad d’amore.