Intervista a Franco J Marino “Bisogna difendere le nostre radici”

Intervista a Franco J Marino “Bisogna difendere le nostre radici”

13 Dicembre 2017

In radio dal 10 novembre il singolo Tamué, del cantautore partenopeo Franco J Marino. Prodotto artisticamente da Mauro Malavasi per Fonoprint, il brano propone un nuovo mood, un nuovo concept che racconta danza di passione, gioia e contraddizione.

Franco J. Marino nasce a Napoli e fin da ragazzo studia musica e scrive canzoni. E’ autore, compositore e interprete di brani tra il mondo soul e il classic, anche in lingua napoletana. Riceve il premio AFI 2012 per l’attività compositiva a livello internazionale in occasione del memorial Mario Musella. Dopo aver collaborato come autore con artisti italiani e internazionali, decide di esordire come cantautore. Pubblica nel 2015 l’EP C’è una vita nuova, distribuito da Believe Digital. Nel 2017 propone il suo nuovo progetto a Mauro Malavasi che ne condivide l’idea e l’essenza insieme a Fonoprint. Nasce da qui Tamué, brano che anticipa l’album di prossima pubblicazione e il nome di un nuovo mood Napolatino, fusione di elementi mediterranei e latini. Un’evocazione, un sogno, una danza come un rituale che fa viaggiare con la mente verso il Sud.

“Tamué é un mood Napolatino – spiega Franco J Marino – fusione di danza tra elementi mediterranei e latini, è un’evocazione, un sogno.”

 

Nel video girato dalla regista Ana Ortega Moral, seguendo il soggetto ideato da Mauro Malavasi e Franco J Marino, la danzatrice segue le note di Tamué in una danza suadente nello splendido scenario di Procida. Un ballo scandito da un ritmo profondo e sensuale, un abito rosso in contrasto con lo scenario bianco, tipico dell’immaginario delle isole del sud Italia.

Intervista

Tamué è il tuo nuovo singolo, in radio dallo scorso 10 novembre, lo definisci come “una fusione di danza tra elementi mediterranei e latini”. Raccontaci questo brano.

Tamuè è il singolo che anticipa tutto il progetto di prossima pubblicazione. Definisco il mio progetto con il neologismo “Napolatino” che ho coniato, perchè le sue sonorità,insieme ad una chiave ritmica insolita, sono un mix tra Napoli e il mondo latino. La danza è il pilastro del progetto che accompagna per mano le parole e la melodia, da sempre il mio modo di scrivere cantautorale.

Il tipo di scrittura e di temi che porti nei tuoi progetti sono fuori dagli standard tradizionali della musica contemporanea, quale è il tuo pensiero sulla musica POP italiana di oggi, così omogenea nello stile?

La musica contemporanea? Per me esiste la musica buona e quella non buona! Hai ragione sul fatto che un po’ tutti siano omologati però! Una mia bella canzone non è poi così diversa da una bella canzone di qualsiasi illustro collega che però ha più esposizione. È vero, però, che la ricerca continua per me è fondamentale e cerco di dare autenticità di sentimenti e originalità.

La musica, non solo in Italia, è zoppa! Bisogna difendere le nostre radici, la nostra cultura, non rinnegarla e fare il copia e incolla, sia di progetti musicali che di format televisivi. La verità è che i miei illustri colleghi tacciono perchè guardano solo il proprio orto e anch’essi si adeguano e diventano omologati al sistema. Te la dico in napoletano: ” ncopp’ ‘e sord ‘ a gente nun guarda nfacc’ a nisciuno”!

In alcune interviste abbiamo letto che hai definito il tuo nuovo album come un qualcosa che prima non c’era… cosa intendi e cosa dobbiamo aspettarci da questo progetto?

Dunque, penso e credo fortemente che il mio progetto sia il tentativo ben riuscito di portare una ventata d’aria nuova. Questo è un progetto a quattro mani insieme al Maestro Mauro Malavasi e anche lui ne è convinto. Poi se vai a vedere Tamuè è stile Napolatino, anche questi neologismi da me ideati, prima non c’erano.