
20 Maggio 2017
Dal 12 maggio disponibile in cd, vinile e digitale Colpiscimi felicità il nuovo album di Luca Bassanese prodotto da Stefano Florio.
Luca Bassanese, è un artista in sintonia con i movimenti ambientalisti e di impegno civile. Tra le sue collaborazioni con artisti nazionali e internazionali, l’Original Kocani Orkestar di Macedonia presente nel suo album Al Mercato, l’artista nord africano di etnia e cultura Berbera Bachir Charaf definito “la voce del deserto” nel brano Il Futuro del Mondo, l’artista satirico Antonio Cornacchione con il quale ha reinterpretato Ho visto un re in omaggio a Enzo Jannacci e Dario Fo. Nel suo ultimo album è presentela partecipazione di Jacopo Fo e del Coro delle Mondine di Bentivoglio. Luca Bassanese è considerato dalla critica di settore tra i più importanti nuovi esponenti della scena Folk Popolare Italiana.
Dice Bassanese: “In questa società liquida cadiamo spesso nell’oblio navigando nel mare del nulla, qualcuno si rifugia su di un’isola ma questo non basta, abbiamo bisogno di una terra comune sulla quale ripartire, una terra solida, più che solida: solidale e sostenibile!”
E’ uscito lo scorso 12 maggio Colpiscimi felicità nel quale sono contenute canzoni con il quale l’artista ricerca la felicità, nascosta tra le pieghe del quotidiano dove Bassanese si mette a nudo e racconta momenti della sua vita privata.
“Mi scuso in anticipo se tra le braccia della felicità il mio canto, nell’incedere dell’album, diviene un canto sociale, la felicità in fondo è anche la passione di un sogno condiviso con chi si ama e con il mondo.” racconta l’artista noto anche all’estero per la sua musica che da anni porta avanti temi del sociale.
L’album è stato anticipato dal singolo Gli anni ’70 ed io che ti amo di Luca Bassanese attualmente in rotazione radiofonica.
Intervista
Luca, qual è la parte migliore di te? Secondo te, fossimo più consapevoli di questa parte, saremmo persone più felici?
Ho sempre creduto e ancora credo che la parte migliore di noi risieda nei nostri desideri più profondi, nei sogni che facevamo da bambini, perchè è li dove si nasconde il bambino che c’è in noi, dove risiede la nostra parte migliore e non tradire quel bambino dovrebbe essere il nostro scopo di vita.
Sei molto attento anche al sociale nel tuo album e nelle parole delle tue canzoni si sente. Cerchi di far riflettere sull’indifferenza preponderante in questa società e sull’esigenza di dover lasciare alle nuove generazioni un futuro migliore, attraverso il brano “Canto sociale”. La domanda che sto per farti è importante… ma da cosa potremmo iniziare per cambiare questa società?
Dall’ascolto delle nuove generazioni, non abbiamo nulla da insegnare ma abbiamo il dovere di ascoltare, passioni, emozioni, pensieri. Il nozionismo scolastico ha fallito da tempo ed è arrivato il tempo di ritornare ad essere educatori. L’educatore per prima cosa sa ascoltare non solo insegnare. Tra un concerto e l’altro mi ritrovo a volte nelle scuole a tenere degli incontri sulla creatività, dove invito gli studenti a chiudere gli occhi per provare ad immaginare. È da li che dobbiamo ripartire.
Per ritrovare, inoltre, il proprio “pezzo di cielo” bisognerebbe tornare a lavorare “l’orto” o ripartire dalla terra, secondo te?
Ognuno ha già un cielo dentro di se anche se a volte questo cielo è inquinato da troppi stimoli esterni, ritornare alla terra per molti sta diventando una vera e propria rivoluzione.
“Senza amore siamo soli come gelati senza coni”, questo è uno dei divertenti paragoni che usi per descrivere l’amore. Dai un un consiglio a questi giovani Millennials che non vogliono relazioni serie e non vedranno nei “suoi occhi il mare”. Insomma, dacci la giusta ricetta: come si può Amare oggi?
Non credo che i giovani non vogliano relazioni serie, penso che desiderino affetto e amore come tutti lo hanno sempre desiderato, è che fa comodo per i media a volte descrivere le nuove generazioni come una folla di sbandati, accadeva già nel ’68. Mi piacerebbe si lasciasse a loro spazio nella politica, nelle decisioni importanti, ho molta fiducia nelle nuove generazioni perchè stanno vivendo una guerra che gli è stata data in eredità senza nemmeno averla mai chiesta
Tracklist commentata
Gli anni ’70 ed io che ti amo
Primo singolo estratto dall’album “Colpiscimi felicità”, il brano “Gli anni ’70 ed io che ti amo” è un moderno déjà-vu dal profumo d’estate dove l’amore descritto dal cantautore Luca Bassanese prende le sembianze d’una felicità improvvisa, illuminazione del quotidiano. Il cantautore è nudo quando parla di sé, dei suoi sentimenti, a noi il tempo di un ascolto per rivivere quella stessa avvolgente felicità.
La parte migliore di te
Dal sapore caraibico “La parte migliore di te” è una canzone apparentemente spensierata e leggera che porta con sé un messaggio importante, l’invito a cogliere e coltivare il meglio di se stessi senza troppe preoccupazioni ma con la consapevolezza che è la parte migliore di noi di cui le persone, gli amici, gli affetti, il mondo stesso ha bisogno. La nostra felicità, determinata da quanto riusciamo ad essere sinceri e autentici. La vita passa in questa canzone come in un film, su di un finale evocativo ricco di immagini che ci appartengono come in un flashback denso di poesia ed energia positiva.
Sentirsi uno anche se siamo in due
L’estate, il mare, il desiderio di viaggiare senza una meta precisa illuminati da una felicità improvvisa seguendo la scia di un armonica che risuona leggera, perché a volte basta un niente per sentirsi uno anche se siamo in due.
Datemi un orto
Squilli di trombe e coro beatlesiano dal sapore seventy years. E “Datemi un orto” risuona come un’invocazione, come atto di libertà, slancio improvviso e desiderio profondo di ritornare alla terra, nel senso più concreto del temine, coltivare un orto che sia sul balcone di casa o su di un acro di terra è questa forse una nuova forma di rivoluzione
Siamo la pioggia e siamo il sole
Una canzone da ascoltare viaggiando, ricca di elementi evocativi, ritagli di vita che dipingono l’esistenza, cercando tra gli anfratti della quotidianità il senso dell’esistenza stessa che si nasconde tra le pieghe della vita, come una strana felicità dove il desiderio di sentirci vivi è così forte da catapultarci all’improvviso in un giorno di sole e pioggia, temporale estivo, orizzonte di luce caleidoscopica, arcobaleno.
L’amore benedetto
Che l’amore sia sempre benedetto quando arriva all’improvviso come un lampo in cielo o quando cresce come sentimento condiviso che non possiamo più arrestare. L’amore, questa forza dirompente che crea in noi un’innata felicità. A tempo di swing l’amore danza perchè senza amore siamo soli come giardini senza fiori.
L’extraterrestre
Il cantautore sveste i suoi panni ed interpreta la voce di chi non ha voce come un extraterrestre padrone di niente si infila in punta dei piedi le scarpe di chi ha lasciato tutto e tra il sogno e la ragione resta all’improvviso abbagliato da un sole che è lo stesso sole, sotto un cielo che è lo stesso cielo. La felicità a volte è anche l’incanto di un’insolita percezione di bellezza e di speranza.
Canto sociale
Una ballata dedicata a tutti coloro che cercano nel quotidiano di dare un volto all’utopia, di chi nonostante tutto continua a cercare l’infinito negli occhi di un bambino. Dice il cantautore: “Per l’acqua, per la terra, per la vita, per la dignità che ci rende persone, per il cieco che ha visto l’infinito, io canto e non mi stanco di cantare.”
Burocrazy
Un folle electro balkan, una ballata contro la burocrazia che troppo spesso toglie ossigeno alla nostra vita sommergendoci di carte e codici. Un inno alla libertà di essere umani.
Possa la satira e la fantasia salvarci ancora una volta da tutto questo delirio per restituirci la libertà di danzare, di cantare, di sognare. Perchè no?
Canzone del 29 giugno
Una canzone racconto, un’intensa testimonianza attraverso musica e parole di una drammatica storia attuale da non dimenticare.