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Recensione di Sergio Sylvestre e del nostro incontro all’instore di Palermo

21 Marzo 2017
Lo scorso 10 marzo abbiamo incontrato Sergio Sylvestre durante la sua penultima data instore a Palermo. Centinaia di fan sono accorsi all’evento per farsi firmare la copia di Sergio Sylvestre e farsi una foto con The Big Boy della musica italiana.
In classifica da cinque settimane l’omonimo album di Sergio Sylveste, vincitore di Amici 15.
The Big Boy, così lo chiamano per la sua stazza di due metri e dieci centimetri, pubblica il suo primo album contenente 12 splendide canzoni, tra cui Con te cantata alla 67° edizione del Festival di Sanremo.
In intervista dichiara “Questo album rappresenta la mia forza, ho buttato tutto il mio animo, racchiude delle cose molto importanti per me, contiene canzoni che ho scelto, che mi piacciono tanto. Ho davvero dato tutto”.
Il gigante buono che abbiamo imparato a conoscere ad Amici di Maria De Filippi, mette tutto se stesso soprattutto in alcune canzoni come quella di apertura: The last kiss goodbye . Descrive con un sound elettro pop, molto sulla scia degli anni ’90, quell’ultimo bacio che tutti cerchiamo quando vogliamo dire addio a qualcuno.
La voglia di salutare con un grande amore che per noi è stata la gioia e il dolore di una vita, ma nel finire lascia una sensazione di dolce/amaro proprio come è iniziato. Seguono questo filone musicale (elettro pop) altre quattro canzoni del disco nel quale emerge l’energia di Sergio: Running, Planes, The Way You Are e Down We Go.
Con te, canzone scritta a quattro mani con Giorgia e Stefano Maiuolo. Questo è il brano con il quale Sergione è arrivato sesto a Sanremo 2017 ed è anche l’unica dove riesce ad esprimere la sua vera natura soul. Racconta in modo struggente di come gli amori non finiscono solo se uno delle parti lo decide. L’amore, a volte, resta a prescindere da tutto ciò che può accadere in torno. Canzone dal sound inizialmente lento, esplode con la sua splendida voce nera.
Continuando a spulciare tra le canzoni del disco si trova solo un’altra canzone in italiana scritta con la collaborazione di Federica Abbate e Cheope (figlio d’arte, del grande paroliere Mogol). Come il sole ad ottobre parla del nuovo male del millennio “la non comprensione dell’altro”; l’’allontanarsi perché si preferisce sorvolare sui problemi – non parlare- fino ad arrivare a diventare “un sole che non scalda più, come il sole ad ottobre”.
Per il resto dell’album non credo si siano sfruttate abbastanza le potenzialità della splendida voce del cantante, ma nel complesso risulta un buon disco, per essere solo al primo.
Diamo un bel 7 e 1/2 a Sergio Sylveste.